Dar'ja Serenko

Le ragazze e le istituzioni

Le ragazze e le istituzioni

18,00

Anche se scritto con toni leggeri e scanzonati, questo è un libro di denuncia che tocca temi attualissimi per la Russia di oggi.

È il racconto dell’esperienza di Dar’ja Serenko come collaboratrice delle istituzioni statali. Qui, le dinamiche sono sostanzialmente identiche per tutte le impiegate: ovunque, c’è la stessa intenzione (apparente) di fornire attività utili alla collettività, la stessa quotidianità lavorativa che fagocita la sfera privata all’interno di un sistema rigido e che si auto-rigenera all’infinito, senza un senso né una direzione. La definizione stessa di “ragazze” non ha alcun riferimento anagrafico, ma sta a indicare l’impiegata di un micro-mondo specifico e chiarissimo a tutti coloro che frequentano la Russia: lavoratrici che operano in uffici tutti simili tra loro, con pavimenti ricoperti di linoleum e adesivi murali, il bollitore del tè in un angolo e i fiori sul davanzale interno.

Le ragazze sono un elemento secondario del sistema, ma anche ciò su cui l’intero sistema si regge: a volte si ribellano, a volte obbediscono, soffrono, gioiscono e ballano, se ne vanno e poi tornano. Per loro, l’istituzione rappresenta la collettività femminile, ma anche il Moloch patriarcale della burocrazia, sempre imperscrutabile nelle sue decisioni imposte senza spiegazioni, né logica.


Autore

Pagine

110

Formato (cm)

12,5×21

Curatore

ISBN 978-88-7364-839-0 Categoria Tag , , ,

18,00

  • Spedizione in 2/3 giorni lavorativi
  • Tasse di spedizione incluse

Dar'ja Serenko

Le ragazze e le istituzioni

Le ragazze e le istituzioni

18,00

Anche se scritto con toni leggeri e scanzonati, questo è un libro di denuncia che tocca temi attualissimi per la Russia di oggi.

È il racconto dell’esperienza di Dar’ja Serenko come collaboratrice delle istituzioni statali. Qui, le dinamiche sono sostanzialmente identiche per tutte le impiegate: ovunque, c’è la stessa intenzione (apparente) di fornire attività utili alla collettività, la stessa quotidianità lavorativa che fagocita la sfera privata all’interno di un sistema rigido e che si auto-rigenera all’infinito, senza un senso né una direzione. La definizione stessa di “ragazze” non ha alcun riferimento anagrafico, ma sta a indicare l’impiegata di un micro-mondo specifico e chiarissimo a tutti coloro che frequentano la Russia: lavoratrici che operano in uffici tutti simili tra loro, con pavimenti ricoperti di linoleum e adesivi murali, il bollitore del tè in un angolo e i fiori sul davanzale interno.

Le ragazze sono un elemento secondario del sistema, ma anche ciò su cui l’intero sistema si regge: a volte si ribellano, a volte obbediscono, soffrono, gioiscono e ballano, se ne vanno e poi tornano. Per loro, l’istituzione rappresenta la collettività femminile, ma anche il Moloch patriarcale della burocrazia, sempre imperscrutabile nelle sue decisioni imposte senza spiegazioni, né logica.

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110

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12,5×21

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