Dar'ja Serenko
Le ragazze e le istituzioni
Le ragazze e le istituzioni
€18,00
Anche se scritto con toni leggeri e scanzonati, questo è un libro di denuncia che tocca temi attualissimi per la Russia di oggi.
È il racconto dell’esperienza di Dar’ja Serenko come collaboratrice delle istituzioni statali. Qui, le dinamiche sono sostanzialmente identiche per tutte le impiegate: ovunque, c’è la stessa intenzione (apparente) di fornire attività utili alla collettività, la stessa quotidianità lavorativa che fagocita la sfera privata all’interno di un sistema rigido e che si auto-rigenera all’infinito, senza un senso né una direzione. La definizione stessa di “ragazze” non ha alcun riferimento anagrafico, ma sta a indicare l’impiegata di un micro-mondo specifico e chiarissimo a tutti coloro che frequentano la Russia: lavoratrici che operano in uffici tutti simili tra loro, con pavimenti ricoperti di linoleum e adesivi murali, il bollitore del tè in un angolo e i fiori sul davanzale interno.
Le ragazze sono un elemento secondario del sistema, ma anche ciò su cui l’intero sistema si regge: a volte si ribellano, a volte obbediscono, soffrono, gioiscono e ballano, se ne vanno e poi tornano. Per loro, l’istituzione rappresenta la collettività femminile, ma anche il Moloch patriarcale della burocrazia, sempre imperscrutabile nelle sue decisioni imposte senza spiegazioni, né logica.
Autore | |
---|---|
Pagine | 110 |
Formato (cm) | 12,5×21 |
Curatore |
€18,00
- Spedizione in 2/3 giorni lavorativi
- Tasse di spedizione incluse
Dar'ja Serenko
Le ragazze e le istituzioni
Le ragazze e le istituzioni
€18,00
Anche se scritto con toni leggeri e scanzonati, questo è un libro di denuncia che tocca temi attualissimi per la Russia di oggi.
È il racconto dell’esperienza di Dar’ja Serenko come collaboratrice delle istituzioni statali. Qui, le dinamiche sono sostanzialmente identiche per tutte le impiegate: ovunque, c’è la stessa intenzione (apparente) di fornire attività utili alla collettività, la stessa quotidianità lavorativa che fagocita la sfera privata all’interno di un sistema rigido e che si auto-rigenera all’infinito, senza un senso né una direzione. La definizione stessa di “ragazze” non ha alcun riferimento anagrafico, ma sta a indicare l’impiegata di un micro-mondo specifico e chiarissimo a tutti coloro che frequentano la Russia: lavoratrici che operano in uffici tutti simili tra loro, con pavimenti ricoperti di linoleum e adesivi murali, il bollitore del tè in un angolo e i fiori sul davanzale interno.
Le ragazze sono un elemento secondario del sistema, ma anche ciò su cui l’intero sistema si regge: a volte si ribellano, a volte obbediscono, soffrono, gioiscono e ballano, se ne vanno e poi tornano. Per loro, l’istituzione rappresenta la collettività femminile, ma anche il Moloch patriarcale della burocrazia, sempre imperscrutabile nelle sue decisioni imposte senza spiegazioni, né logica.
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