Dylan Thomas
Se anche gli amanti si perdono
Se anche gli amanti si perdono
€16,00
Geniale e cialtrone, lirico e volgare, Dylan Thomas scriveva in fretta, spesso per soldi, ma era sinceramente ossessionato dalla sua vocazione di poeta.
A Pamela, Caitlin, Edith, Liz e le altre scrive lettere d’amore appassionate, inscenando un teatro in cui mescola farsa e melodramma, nel tentativo di nascondere il peggio di sé e assicurarsi un posto nel loro cuore. Come un illusionista, riesce a distillare dalle sue debolezze e dai suoi catastrofici difetti lo slancio lirico a testimonianza di un sentimento eterno e perfetto – poi sempre immancabilmente smentito dalla sostanza dei fatti.
La leggenda lo vuole malato, ladro, alcolizzato, la sigaretta sempre penzoloni tra le labbra: lo immaginiamo così mentre scrive, corregge, riscrive, in un continuo esercizio di stile, restituendoci il suo mondo di poeta eccessivo e ubriaco di vita.
Dylan Thomas (1914-1953) è considerato uno dei più grandi poeti in lingua inglese ed è stato una vera e propria icona pop del Novecento, protagonista di un successo da rockstar ante litteram in America. Nell’immaginario collettivo, si è imposto come l’ultimo dei poeti maledetti, un reietto inconcludente eppure portentoso, un anarcoide fallimentare che sapeva trasformarsi in prodigioso artista. Oltre alle raccolte di poesie, si ricordano tra le sue opere più note il dramma Sotto il bosco di latte, nella cui versione radiofonica recitava l’autore stesso, e la prosa autobiografica Ritratto dell’artista da cucciolo.
Autore | |
---|---|
Pagine | 152 |
Formato (cm) | 12,5×21 |
Curatore |
€16,00
- Spedizione in 2/3 giorni lavorativi
- Tasse di spedizione incluse
Dylan Thomas
Se anche gli amanti si perdono
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Geniale e cialtrone, lirico e volgare, Dylan Thomas scriveva in fretta, spesso per soldi, ma era sinceramente ossessionato dalla sua vocazione di poeta.
A Pamela, Caitlin, Edith, Liz e le altre scrive lettere d’amore appassionate, inscenando un teatro in cui mescola farsa e melodramma, nel tentativo di nascondere il peggio di sé e assicurarsi un posto nel loro cuore. Come un illusionista, riesce a distillare dalle sue debolezze e dai suoi catastrofici difetti lo slancio lirico a testimonianza di un sentimento eterno e perfetto – poi sempre immancabilmente smentito dalla sostanza dei fatti.
La leggenda lo vuole malato, ladro, alcolizzato, la sigaretta sempre penzoloni tra le labbra: lo immaginiamo così mentre scrive, corregge, riscrive, in un continuo esercizio di stile, restituendoci il suo mondo di poeta eccessivo e ubriaco di vita.
Dylan Thomas (1914-1953) è considerato uno dei più grandi poeti in lingua inglese ed è stato una vera e propria icona pop del Novecento, protagonista di un successo da rockstar ante litteram in America. Nell’immaginario collettivo, si è imposto come l’ultimo dei poeti maledetti, un reietto inconcludente eppure portentoso, un anarcoide fallimentare che sapeva trasformarsi in prodigioso artista. Oltre alle raccolte di poesie, si ricordano tra le sue opere più note il dramma Sotto il bosco di latte, nella cui versione radiofonica recitava l’autore stesso, e la prosa autobiografica Ritratto dell’artista da cucciolo.
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